Pietre preziose: un investimento solido e duraturo nel tempo

Le pietre preziose da sempre rappresentano uno dei maggiori strumenti d’investimento, in virtù dei loro valori di mercato stabili nel tempo e nella loro capacità di risentire per nulla o quasi delle fluttuazioni del comparto azionario e in generale dei principali indicatori economici mondiali.

Ma quali sono i parametri che influenzano tale valore, vista anche la grande varietà di materie prime presenti in commercio? Cerchiamo di scoprirlo insieme nei paragrafi che seguono, analizzando le principali tipologie di pietre preziose e le loro caratteristiche peculiari.

Cosa influenza il valore di una pietra?

Tra i fattori che influenzano l valore di una pietra preziosa rientrano:

  • il colore;
  • il fuoco, ossia la capacità di trasformare la luce assorbita nei principali colori dell’arcobaleno;
  • il dicroismo, cioè la facoltà di una pietra di assumere colori diversi a seconda della direzione da cui la si guarda;
  • la brillantezza;
  • l’intensità del colore;
  • la durezza;
  • il tipo di taglio, che specialmente nel caso di un diamante è diretta conseguenza del prezzo finale di vendita. Solitamente il tipo di taglio di diamante più comune è il brillante, di forma rotonda e che possiede la bellezza di 57 faccette;
  • la cosiddetta caratura, ossia la quantità di materiale prezioso presente all’interno della pietra, che a livello decimale corrisponde a 0,2 grammi. Più carati possiede una pietra, maggiore è il suo grado di purezza, il che significa un maggior valore di mercato.

Quali sono le principali tipologie di pietre preziose nelle quali investire?

I principali tipi di pietre preziose da acquistare come forma d’investimento sono:

  • il diamante, di certo la pietra più diffusa e preziosa a livello di mercato;
  • lo smeraldo, pietra dal colore verde chiaro grazie all’elevata concentrazione di cromo, il cui valore era noto sin dai tempi degli antichi Egizi;
  • il rubino, che possiede tonalità cromatiche di variabile intensità. La sua durezza è seconda solo a quella del diamante;
  • zaffiro, i cui giacimenti più preziosi si trovano nello Sri Lanka e il cui blu intenso è chiamato blu Kashmir, che somiglia alle tonalità del fiordaliso;
  • topazio, il quale può assumere colori che variano dal celeste al verde, così come dal rosso al giallo oro. Il suo punto debole è la sua estrema fragilità, che in caso di caduta può letteralmente mandare in frantumi la pietra.

La regola delle “Quattro C”: per stabilire il valore di un diamante

Essendo il diamante una delle pietre più preziose, i parametri per la sua valutazione sono ben definiti e possono essere riassunti dalla cosiddetta “regola delle quattro C”, elaborata dal Gemmological Institute of America, che tiene conto delle seguenti caratteristiche:

  • i carati della pietra in questione;
  • il taglio – in inglese cut – che a seconda della tipologia conferisce maggior o minor valore ai vari diamanti. Il taglio più prezioso è quello brillante, anche se quello cabochon è molto apprezzato, specialmente in oreficeria;
  • la purezza della gemma, che in lingua anglosassone viene definita col termine clarity;
  • il colore, che è contrassegnato dalle lettere dell’alfabeto che vanno da D a Z, stabilendo un valore del diamante che decresce man mano che si arriva verso l’ultima lettera della serie alfabetica.