Finanza complementare: cos’è e a cosa serve

La finanza complementare rappresenta un’area di crescente interesse e importanza nel panorama finanziario contemporaneo. Con l’evoluzione dei mercati e l’emergere di nuove sfide economiche e sociali, sempre più imprese stanno esplorando nuove forme di finanziamento e investimento al di fuori dei tradizionali canali bancari e finanziari. In questo contesto, capiamo il concetto di finanza complementare, esplorando cosa essa sia e quali siano le sue principali finalità e funzioni.

Cos’è la finanza complementare?

La finanza complementare rappresenta un’innovativa e diversificata gamma di strumenti finanziari e modalità di finanziamento che integrano e arricchiscono il tradizionale canale bancario, anziché sostituirlo. In un contesto economico sempre più dinamico e complesso, caratterizzato da cambiamenti tecnologici, sociali e ambientali, la finanza complementare offre alle imprese, agli investitori e alle istituzioni una serie di opportunità per accedere al capitale e ai servizi finanziari in modo innovativo e efficiente (potete approfondire l’argomento leggendo questo articolo di Azimut Direct: azimutdirect.com/it/approfondimenti/finanza-complementare-cose-e-perche-e-importante-le-imprese).

L’essenza della finanza complementare risiede nella diversificazione delle fonti di capitale e nella ricerca di strumenti finanziari non convenzionali che possano soddisfare esigenze specifiche o emergenti del mercato. Ciò significa che le aziende e gli investitori possono rivolgersi a una vasta gamma di opzioni di finanziamento al di là del finanziamento bancario, che spesso può essere limitato o non adeguato alle esigenze specifiche di un progetto o di un’attività imprenditoriale.

Tra gli strumenti finanziari più diffusi nella finanza complementare troviamo:

Direct lending – una forma di finanziamento alternativo in cui investitori istituzionali o fondi specializzati forniscono finanziamenti diretti alle imprese, con maggiore flessibilità e tempi di finanziamento più rapidi rispetto ai prestiti bancari tradizionali. Inoltre, il direct lending spesso comporta meno vincoli e requisiti di garanzia rispetto alle banche, consentendo alle aziende di ottenere finanziamenti su misura per le proprie esigenze.

Crowdfunding – questo metodo di finanziamento permette alle imprese di raccogliere fondi da una vasta rete di investitori, spesso tramite piattaforme online. Il crowdfunding può essere utilizzato per finanziare una varietà di progetti e iniziative, dall’avvio di nuove imprese alla realizzazione di progetti artistici o sociali.

Obbligazioni verdi – titoli di debito emessi da enti pubblici o privati per finanziare progetti a impatto ambientale positivo, come energie rinnovabili, trasporti sostenibili o edilizia ecologica. Gli investitori interessati a sostenere cause ambientali possono acquistare queste obbligazioni per finanziare progetti che contribuiscono alla transizione verso un’economia più sostenibile.

Minibond – titoli obbligazionari emessi da piccole e medie imprese per raccogliere fondi sul mercato dei capitali. Questi strumenti offrono alle imprese una fonte alternativa di finanziamento rispetto ai prestiti bancari tradizionali e consentono loro di diversificare le fonti di capitale e migliorare la propria struttura finanziaria.

La finanza complementare offre una serie di vantaggi per imprese, investitori e società, tra cui una maggiore flessibilità nelle modalità di finanziamento, una migliore accessibilità al capitale per progetti innovativi o a impatto sociale, e la possibilità di diversificare il rischio attraverso una gamma più ampia di investimenti. Tuttavia, è importante che le aziende e gli investitori valutino attentamente le opzioni di finanziamento disponibili e comprendano i rischi e le opportunità associate alla finanza complementare, al fine di fare scelte informate e sostenibili per il proprio business o portafoglio di investimenti.

Le principali differenze tra la finanza complementare e quella tradizionale

La finanza complementare e quella tradizionale rappresentano due approcci distinti e complementari nel contesto finanziario. Sebbene entrambi siano finalizzati a fornire capitale e servizi finanziari, ci sono significative differenze tra i due approcci che vale la pena esaminare.

Fonti di finanziamento – una delle principali differenze tra la finanza complementare e quella tradizionale risiede nelle fonti di finanziamento utilizzate. Nella finanza tradizionale, le principali fonti di finanziamento sono rappresentate dalle istituzioni bancarie e finanziarie, che offrono prestiti, linee di credito e altre forme di finanziamento attraverso canali regolamentati. D’altra parte, la finanza complementare (come abbiamo anticipato) si avvale di una gamma più ampia di fonti di finanziamento, che includono strumenti non convenzionali, che spesso coinvolgono investitori individuali, istituzioni finanziarie specializzate o investitori di impatto.

Accessibilità e flessibilità – la finanza complementare tende ad essere più accessibile e flessibile rispetto alla finanza tradizionale, soprattutto per le piccole e medie imprese (PMI) e per i progetti innovativi o a impatto sociale. Le istituzioni bancarie possono applicare criteri rigorosi per l’approvazione dei prestiti e richiedere garanzie sostanziali, d’altro canto la finanza complementare offre spesso modalità di finanziamento più flessibili e meno onerose in termini di requisiti di sicurezza e di credito. Inoltre, la finanza complementare può offrire tempi di approvazione più rapidi e una maggiore personalizzazione delle soluzioni di finanziamento alle esigenze specifiche dell’azienda o del progetto.

Obiettivi e finalità – la finanza complementare tende ad essere orientata verso obiettivi e finalità diverse rispetto alla finanza tradizionale. Mentre la finanza tradizionale si concentra principalmente sulla redditività finanziaria e sul rendimento degli investimenti, la finanza complementare può includere obiettivi aggiuntivi legati a criteri di sostenibilità ambientale, sociale o di governance (ESG), all’innovazione tecnologica o all’impatto sociale. Ad esempio, le obbligazioni verdi e gli investimenti di impatto sono tipici strumenti della finanza complementare che mirano a generare un impatto positivo sul pianeta o sulla società, oltre al rendimento finanziario.

Approccio alla gestione del rischio – la gestione del rischio è affrontata in modo diverso nella finanza complementare rispetto a quella tradizionale. Mentre le istituzioni bancarie tendono ad adottare approcci più conservativi e basati su modelli standardizzati per valutare il rischio dei prestiti e degli investimenti, la finanza complementare può essere più incline ad adottare approcci innovativi e adattabili alla valutazione del rischio, soprattutto per progetti o settori emergenti in cui i rischi possono essere più difficili da valutare o mitigare.