Rifornimenti di carburante: cosa cambia per i clienti con l’avvento della fatturazione elettronica

Sembra una sciocchezza ma la deducibilità del rifornimento carburante  è vitale per i professionisti e per molte imprese per il sostenimento del loro business. Pensiamo ovviamente a chi viaggia tanto: i rappresentanti e gli agenti di vendita, ma anche gli amministratori o i membri del Cda di grandi società.

Il procedimento era sempre lo stesso fino a poco tempo fa. Il lavoratore, od il professionista, faceva il pieno, faceva compilare la scheda carburante al gestore della pompa di benzina, pagava e presentava la scheda carburante e le pezze di appoggio alla propria amministrazione che ne verificava la correttezza ed inviava il tutto al consulente fiscale il tutto per ottenere il rimborso.

Non vogliamo difendere in questa sede l’usabilità del vecchio sistema: con molta probabilità ci sembrava facile solo perché ci eravamo abituati ad usarlo. Fatto sta che dal 1 Gennaio 2019 è cambiato tutto.

Addio alla cara vecchia scheda carburante

Dopo quarant’anni di onorato servizio, possiamo considerarla in pensione. Dal primo Gennaio è necessario emettere la fattura in formato elettronico per ottenere il rimborso del carburante. La procedura della fattura elettronica ha scombussolato molti ed ha rappresentato un banco di prova anche per la Pubblica Amministrazione che di fatto ha mostrato il fianco per molte settimane di Gennaio, gettando nel caos i tanti che cercavano di applicare la procedura corretta.

Per quanto concerne il rifornimento carburante, il caos della fattura elettronica si è accompagnato al problema della tracciabilità dei pagamenti, per cui, per l’appunto, dal primo Gennaio 2019, non solo il gestore dovrà emettere fattura elettronica per ogni richiesta di rimborso, ma sarà anche necessario pagare con mezzi tracciabili quindi senza l’uso di contanti ma con carte di credito, di debito (bancomat), assegni e bonifici bancari.

Oltre a ciò, un altro aspetto controverso è rappresentato dal riconoscimento: ovvero il professionista deve farsi riconoscere come tale – quindi cliente business – presso il benzinaio, ed egli ha solo ventiquattro ore di tempo per poter emettere la fattura elettronica collegata al pagamento ricevuto.

Notato il disagio e l’insicurezza dei più, molte banche si sono attrezzate per fornire sul mercato un prodotto-soluzione: carte prepagate utilizzabili all’interno di questo circuito di pagamento in modo tale da consentire ai professionisti di essere in regola senza dover seguire un corso di formazione sulle nuove procedure da applicare. Le carte carburante risolvono in parte anche il problema del riconoscimento: la transazione viene immediatamente riconosciuta come business dato che suddette carte vengono intestate direttamente all’azienda ed è l’azienda stessa a controllare tutto.

Un ‘ ultima problematica di cui dobbiamo tenere conto è data dall’emissione della bolla. Una per ogni transazione. Un incubo per aziende con un grande parco macchine.

Pro e contro

Pro

  • Niente più scheda carburante
  • Niente più contanti
  • Carte carburanti che hanno ovviato o perlomeno mitigato le problematiche

Contro

  • Il problema del riconoscimento
  • Una bolla per ogni transazione
  • Fattura elettronica da emettere entro 24 ore dalla transazione

In conclusione non riteniamo un problema l’emettere la fattura, riconosciamo invece un problema innegabile di praticità e organizzazione che ancora una volta la Pubblica amministrazione impone ai professionisti ed alle Imprese. Il processo è poco usabile e farraginoso, i Sdi (sistemi di interscambio) sono stati ingolfati sin da subito a Gennaio, paralizzando di fatto l’attività di chi vuole fare le cose per bene, rispettando la nuova normativa in vigore. Le esigenze dei professionisti e degli operatori delle pompe di benzina non sono evidentemente stati al centro dei pensieri del legislatore ed il mondo professionale ne fa, come sempre, le spese.