Come scegliere il conto deposito migliore
Il conto deposito è un prodotto finanziario con cui è possibile investire il proprio denaro in modo da ottenere un rendimento più alto rispetto a quanto avviene depositando denaro sul conto corrente ordinario, a dispetto però di un numero di servizi ridotto: infatti, questa tipologia di conto consente unicamente di versare e, entro certe condizioni, ritirare il denaro. Essendo molti gli istituti di credito (tradizionali oppure online) ad offrirlo, può essere opportuno fornire qualche parametro con cui individuare il conto deposito migliore.
- I costi di apertura
Quando si vuole aprire un conto deposito è necessario fornire alcuni documenti identificativi (principalmente carta d’identità e codice fiscale, anche se può essere richiesta anche copia del certificato di residenza); altro requisito è rappresentato dal fatto di possedere un conto corrente tradizionale (anche presso un istituto diverso da quello presso cui si intende aprire il conto deposito), necessario come “conto d’appoggio”. Nella maggior parte dei casi, un buon conto deposito non prevede alcuna spesa di apertura: quelli online, possono richiedere un bonifico iniziale oppure l’attivazione del Rid sul conto corrente tradizionale, ma ciò solo al fine di attestare l’identità del risparmiatore – come richiesto dalle norme antiriciclaggio. Dunque, per scegliere il conto deposito migliore occorre anzitutto scartare tutti quelli che richiedono spese particolari per l’apertura.
- Condizioni di prelievo
Generalmente, le due modalità con cui si può esercitare il prelievo delle somme depositate sono: conto libero oppure vincolato. Nel primo caso, è possibile togliere denaro dal conto in qualunque momento, incassando la percentuale di interessi maturati fino a quel momento. Nel secondo caso, invece, la liquidità potrà essere ritirata solo dopo la scadenza di un certo periodo (cd. “durata del vincolo”) che generalmente va da uno a 60 mesi. In questo caso, la scelta va fatta esclusivamente in base alle aspettative di rendimento: i conti vincolati, infatti, garantiscono interessi più alti, anche se a fronte dell’applicazione di una possibile penale in caso di riscatto anticipato della liquidità depositata.
- Conto deposito in filiale oppure online
Nella scelta del conto deposito migliore può incidere anche la circostanza per cui il prodotto può o meno essere attivato/gestito online e/o in filiale. Da questo punto di vista, può essere preferibile avere a disposizione entrambe le modalità, anche se ciò può dar luogo a costi di gestione maggiori. In un’ottica di risparmio, invece, i conti depositi esclusivamente via web permettono di accedere a promozioni e ulteriori rendimenti, divenendo così più convenienti.
- I rendimenti del conto deposito
Naturalmente, il fattore che più di altri può orientare nella scelta dell’uno o dell’altro conto deposito attiene al valore degli interessi netti che verranno applicati alle somme che si intendono depositare. Spesso occorre calcolare quest’ultimo: l’operazione richiede di conoscere l’importo che si vuole depositare, gli interessi lordi, le tasse e spese da applicare e l’eventuale vincolo di durata. In merito, esistono alcuni applicativi – spesso disponibili presso lo stesso istituto con cui si sta aprendo il conto deposito – che permettono di ottenere online il calcolo in questione: basterà inserire l’ammontare della somma depositata e l’interesse che viene corrisposto in base alle condizioni di sottoscrizione.
- Gli altri elementi da considerare
Da ultimo, per scegliere il conto deposito migliore è necessario valutare il valore del tasso offerto dalle diverse banche che promuovono tale prodotto, le differenti modalità con cui vengono capitalizzati gli interessi (sin dal momento della sottoscrizione, ad intervalli temporali scanditi o al momento dell’estinzione del conto) e le eventuali spese accessorie che vengono richieste. Da non sottovalutare, infine, l’indice di solidità della banca con cui si intende aprire il conto, senza dimenticare però che il Fondo di Tutela Depositi copre le eventuali perdite di capitale, dovute ad insolvenza dell’istituto di credito, fino a 100.000 euro.